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Le Schegge di Milleforme


Posted By on Apr 29, 2016

Il 5 Maggio, alle 19,30, presso il ristorante La Tavernetta (via 28 Agosto, Centro Storico di Bibbiena -AR) Milleforme si ritrova per un nuovo convivio, con i profumi del Mediterraneo dei piatti di Marika e Michele, e le suggestioni fotografiche di Giovanni Carbone,mostra-giovanni-con-Santi “Le Schegge” di cromatismi d’un tempo in cui non c’era il tempo, nei luoghi prossimi al Mar d’Africa. Introduce alla visione delle immagini Elisabetta Gangi e poi, tra una portata e l’altra, giacché a Milleforme piace creare le condizioni perché non si sappia mai come va a finire, sono previste le incursioni di Santi Cherubini, sante è da entrà in nternetuno con cui è difficile progettare oltre la normale evidenza del “sia quel che sia”. Un’altra scheggia dunque, questa volta in carne ed ossa, da altri luoghi e comunque decisamente impazzita. Vi aspettiamo numerosi (meglio prenotare la cena allo 0575-593627 de La Tavernetta, oppure alla nostra mail, possibilmente entro martedì 3 maggio, [email protected])

 

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In attesa del 25 Aprile, Milleforme torna a riunirsi a partire dalle 12,00 presso il Circolo ARCI in località Campi (Bibbiena – AR) per una festa autentica, “La Libera Repubblica di Milleforme”, ovvero le Milleforme della Liberazione. times12A Milleforme crediamo nei valori della Resistenza, e riteniamo che riscoprirne il significato catartico voglia dire oggi coniugare quelle azioni di allora con la ricerca dell’arte, della cultura, del bello, per renderli popolari, riconducendo ciò che nell’immaginario collettivo appare sempre più come qualcosa di effimero, elitario, di nicchia, alla sua rappresentazione più vera di essenza stessa della socialità di stimolo potente al pensiero critico. Dunque, a Milleforme, proprio con questo obiettivo, sostituiamo tutte le volte che ve ne è la possibilità il conviviale al virtuale, la socialità de visu ai Social, i rapporti orizzontali alle gerarchie, in una direzione che vuole promuovere la nascita condivisa di un nuovo umanesimo. È festa, si, ma anche pratica quotidiana, impegno collettivo contro la barbarie delle separatezze, della distruzione delle cose e della natura, dei processi che derubricano la storia a mere pagine scritte, occultandone l’insegnamento che impedisce la costruzione dei necessari processi di progressivo allontanamento dallo sfruttamento e dalla violenza. Vi attendiamo a mezzogiorno, per ricche libagioni e musica, e, come al solito, fateci sapere se arrivate così da approntare perché nessuno rimanga senza la sua razione k di cibo liberatorio e senza il bicchiere di vino necessario ad alimentare autentiche convivialità.

 

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