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BEA 2016, seconda parte


Posted By on Set 11, 2016

Mentre è ancora visibine sino al 25 settembre la mostra “Note a margine e altre divagazioni” riparte BEA, Bibbiena Editoria Arte 2016 con altri due appuntamenti.

17 Settembre, ore 17,30
Auditorium “Berretta Rossa”
Piazza Padella, Soci – Bibbiena (AR)
in collaborazione con

Logo Pro Loco Soci Vettoriale OriginaleInaugurazione della mostra d’arti figurative con le opere di
PIERLUIGI RICCI,
LORETTO RICCI,
VALTER CEMOLIN
intervengono ANNA VISI, ELISABETTA GANGI

ORE 18,30
presentazione del libro
CHIEDERO’ AI SASSI CHE NOME VOGLIONO
di Giovanni Carbone
voce narante
EMMA CARDILLO

17-SETTEMBREGiovanni Carbone, insegnante, ha smesso di fare il giornalista molti anni fa pur continuando a collaborare con numerose riviste; più di recente ha smesso di fumare, ma non riesce a smettere di scrivere. Tuttavia, si approccia a questa pratica con cautela, senza furori creativi, dolorose crisi d’ispirazione, per cui può chiederò-ai-sassiconcedersi divagazioni, esplorazioni di genere, passando dalla saggistica alla poesia, dalla critica artistica e letteraria agli scritti per bambini, attraverso riduzioni per il teatro, romanzi e persino cedimenti eno-gastronomici. Premiato in numerosi concorsi letterari, cui ha però deciso di non partecipare più – non per snobismo ma per pigrizia – tra gli ultimi suoi libri si ricordano il saggio storico-aneddotico Ragusa e le perle della Contea di Modica (Flaccovio Editore, PA), La metamorfosi del Parafulmine (Prova d’Autore, CT) e La pietra celeste (Cianferoni Editore, Stia -AR). Chiederò ai sassi che nome vogliono è invece un testo diviso in due parti. La prima – Chiederò ai sassi che nome vogliono – costituita da sette racconti chiaramente qualunque, in un ordine ovviamente qualsiasi, che si legano tra loro solo perché a leggerli ed a scriverli l’autore ipotizza potrebbe essere stata la stessa persona. La seconda parte è invece un Memorandum, il ripescaggio di cose già scritte, decontestualizzate e rese capaci di muoversi con gambe proprie, e questo perché riciclare è pratica ottima che consente il rispetto dell’ambiente, ma è anche – ritiene l’autore – un comportamento atto ad impedire dissimulazioni negazioniste della labilità delle memorie. e questo perché riciclare è pratica ottima che consente il rispetto dell’ambiente, .
A leggere brani del libro di Giovanni Carbone sarà l’attrice Emma Cardillo

24 Settembre, ore 18,00
Auditorium “Berretta Rossa”
Piazza Padella, Soci – Bibbiena (AR)
in collaborazione con

Logo Pro Loco Soci Vettoriale OriginaleD’ARTE FATTI
Incontro letterario con
Leonardo Nozzoli, Ela Bi, Annalisa Gagnarli,
e con i contrappunti musicali della
Corale Alessandri di Figline e Incisa V.no (FI)
diretta dal M° Paolo Mugnai

24-SETTEMBRED’ArteFatti è un trio di scrittori formato da Leonardo Nozzoli, Ela Bi e Annalisa Gagnarli. La festa delle Arti che Mario Minarini organizzò per chiudere la sua mostra di pittura “Segni fiorentini”, il 7 novembre 2015 presso la Stamperia Edi Grafica di Firenze, è stata la loro prima occasione di collaborazione. Ognuno dei tre partecipò con un proprio testo al dialogo tra Parola, Pittura, Musica e Danza, creato per l’evento.
Stupiti e incoraggiati dal successo di ­una tale sinergia, decisero di condividere il loro “lavoro” di scrittori, tra di sè e con gli altri, ricreando lo stesso clima di commistione delle Arti. Scelto il nome, ­d’ArteFatti, come sintesi di vi­ssuti d’arte, eventi d’arte, elaborati ­d’arte e quant’altro, l’aprile 2016 segna il loro esordio come trio, dando il via ad una serie di presentazioni/performance in cui le loro Parole sono accompagnate, di volta in volta, da pittori e musicisti diversi.

La Corale Alessandri nasce nel 2004 come gruppo composto prevalentemente dagli allievi delle Scuole di Musica di Figline, Incisa Valdarno e Rignano sull’Arno (Fi) coordinati dalla maestra Carmela Mazzarella. Specializzata in musica tradizionale e popolare, ha allargato in seguito il suo orizzonte musicale spaziando anche nell’opera lirica con alcune partecipazioni al “Don Giovanni” di W. A. Mozart., ma è sopratutto nella rivisitazione di brani di musica leggera e da film che trova la sua dimensione artistica più importante.
Dal 2005 è diretta dal maestro Paolo Mugnai.

Ne La Sindrome di Vermeer Leoun giovane ambulante somalo viene ucciso a pochi passi da Palazzo Vecchio a Firenze. È il primo di una serie di omicidi seriali con un denominatore comune: le vittime indossano tutte occhiali scuri. Da qui parte una storia che intreccia le vite di tre personaggi: un serial killer, un commissario di polizia,un giornalista.
I protagonisti si muovono in una reciproca rincorsa che li porta, passo dopo passo,al disvelamento di verità nascoste e ad un imprevedibile capovolgimento dei ruoli. Per tutti e tre ci saranno al contempo condanna e redenzione.
Sotto l’occhio ambiguo di Wermeer.

Il fumo del camino è la prima raccolta di poesie di Annalisa Cop Gagnarli webGagnarli, che scaturisce dal desiderio dell’autrice di voler condividere con i lettori spaccati di vita interiore. Esce nel novembre del 2012, edita da Florence Art Edizioni, composta da 32 testi, suddivisi in tre parti, sul cui tono poetico Stefano Beccastrini ha detto “(versi) che quasi in punta di penna disegnano, con tenerezza e senso del colore, una sorta di occidentali haiku”.

Mal’essere è una raccolta di racconti Elawebspecchio di una realtà sofferente. Persone che appaiono disadattate e incapaci di vivere liberamente la propria esistenza.
Nello scrivere questi testi ho provato a non esserci, e per quanto possibile, mi sono limitata a descrivere, fotografare quello che appare nelle vite di personaggi.
Non ho voluto giudicare, indagare e neppure dare spiegazioni. Semplicemente esporre. Anche se si comprende che ciò che appare altro non è se non la punta di un iceberg profondo a cui ogni lettore volendo può accedere.”
Ho scritto dei racconti brevi come vorrei che fosse la sofferenza di ognuno.

 

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locandina-colle-val-d'elsa-Milleforme e Galleria 360°, in collaborazione con la Pro Loco di Colle Vald’Elsa presentano “Note al margine ed altre divagazioni”, una collettiva di artisti che hanno storie da raccontare. Storie diverse che prendono corpo attraverso strumenti solo in apparenza lontani (scultura, fotografia, istallazioni, quadri) ma che sviluppano un percorso espositivo che si fonde insospettabilmente in unicum narrativo non concordato. Una convergenza che nasce spontanea semplicemente dall’attribuire all’arte, in ogni sua espressione, l’autenticità di una forma espressiva che non può che essere condivisa, appartenere ad un tutto vissuto.

Questa alchimia sarà visibile a partore dall’inaugurazione della mostra, alle 17,30 del 10 settembre, in via del Castello, 29, a Colle Val d’Elsa (magnifica lo spazio di Palazzo dei Priori). Interverranno i rappresentanti della Pro Loco, delle istituzuioni e le curatrici della mostra, Matilde Hernandez Lorente (Galleria 360°) e Elisabetta Gangi (Milleforme). A quest’ultima il compito di presentare, dopo l’inaugurazione della mostra, l’ultimo libro di Giovanni Carbone, “Chiederò ai sassi che nome vogliono”. Giovanni Carbone, insegnante, ha smesso di fare il giornalista molti anni fa pur continuando a collaborare con numerose riviste; più di recente ha smesso di fumare, ma non riesce a smettere di scrivere. Tuttavia, si approccia a questa pratica con cautela, senza furori creativi, dolorose crisi d’ispirazione, per cui può chiederò-ai-sassiconcedersi divagazioni, esplorazioni di genere, passando dalla saggistica alla poesia, dalla critica artistica e letteraria agli scritti per bambini, attraverso riduzioni per il teatro, romanzi e persino cedimenti eno-gastronomici. Premiato in numerosi concorsi letterari, cui ha però deciso di non partecipare più – non per snobismo ma per pigrizia – tra gli ultimi suoi libri si ricordano il saggio storico-aneddotico Ragusa e le perle della Contea di Modica (Flaccovio Editore, PA), La metamorfosi del Parafulmine (Prova d’Autore, CT) e La pietra celeste (Cianferoni Editore, Stia -AR). Chiederò ai sassi che nome vogliono è invece un testo diviso in due parti. La prima – Chiederò ai sassi che nome vogliono – costituita da sette racconti chiaramente qualunque, in un ordine ovviamente qualsiasi, che si legano tra loro solo perché a leggerli ed a scriverli l’autore ipotizza potrebbe essere stata la stessa persona. La seconda parte è invece un Memorandum, il ripescaggio di cose già scritte, decontestualizzate e rese capaci di muoversi con gambe proprie, e questo perché riciclare è pratica ottima che consente il rispetto dell’ambiente, ma è anche – ritiene l’autore – un comportamento atto ad impedire dissimulazioni negazioniste della labilità delle memorie. e questo perché riciclare è pratica ottima che consente il rispetto dell’ambiente, .

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invito-PodestàProsegue “Ritratti di una esposizione”. Dopo la fortunata esperienza alla ex Chiesa di San Nicolò di Soci, la mostra si sposta in un ambiente diverso, presso la Caffetteria “Il Podestà” nel Centro Storico di Bibbiena (AR). L’inaugurazione è fissata per venerdì 18 dicembre 2015. Una location nuova, meno “istituzionale”, per ricongiungere la dimensione artistica con gli spazi del vissuto quotidiano, per perseguire l’obiettivo di restituire alla cultura (con la C maiuscola) una natura popolare e condivisa, persino conviviale. Per discutere del suo ruolo, per trasmetterne il desiderio profondo d’una ricerca sistematica e mai esausta della bellezza nelle sue forme più creative e narrative. Vi aspettiamo, ovunque voi siate, per desiderio di condivisione di questo percorso alla riscoperta d’ogni possibile atto creativo ed emozionale, d’una dialettica costante tra l’opera, l’artista e chi ne fruisce integrandone la profondità narrativa con il proprio sentire.

 

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